Elettrostimolazione: tutto e subito? No, grazie

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trainer und sportler beim ems-training
La nuova frontiera del fitness?

Le macchine per l’elettrostimolazione sono state impiegate nel mondo della riabilitazione e nello sport professionistico, ma il loro impiego è utile anche per un utente amatoriale?

Gli elettrostimolatori trovano vasto impiego nell’ambito della riabilitazione post traumatica e nel trattamento conservativo per alcuni tipi di patologie a carico muscolo-scheletrico o articolare.
Ai loro albori, furono pubblicizzati come metodi moderni e efficaci per incrementare la massa muscolare con nessuno sforzo e poche sessioni settimanali.
Ovviamente, i toni miracolosi ne decretarono il loro fallimento a livello casalingo, non potendo garantire i risultati tanto millantati.
Al giorno d’oggi se ne ripropongono evoluzioni sia portatili che indossabili, come piccoli macchinari da borsetta o tute dotate di elettrodi con gli stessi toni miracolosi o con presunti risultati ancora migliori.
La domanda quindi è: “la nostra memoria è corta e si ripropongono sempre gli stessi pattern pubblicitari ciclicamente o c’è del nuovo?”.
Indubbiamente la tecnica ha fatto passi in avanti.
I primi elettrostimolatori provocavano bruciature al contatto degli elettrodi con la pelle, poi sono arrivati i bifasici, le tens per la cura delle algie, le onde lifodrenanti etc.
Come funziona?
Il funzionamento di questi apparati si basa sul fatto che il cervello, attraverso il SNC*, invia al SNP** gli stimoli elettici necessari alla contrazione dei muscoli striati o scheletrici.
L’elettrostimolatore non fa altro che inviare un impulso elettrico dello stesso tipo di quello nervoso, attivando la muscolatura.
L’utilizzo è particolarmente efficace nei casi in cui si abbiano problemi motori dovuti a traumi articolari: in questo caso la muscolatura dell’arto afflitto può continuare a lavorare senza gravare sull’articolazione, prevenendo i noti problemi di ipotrofia che si verificano all’attuarsi di un trauma o riattivando i muscoli dopo l’insorgenza di ipotrofia senza pericoli per l’articolazione che non è più protetta da un trofismo muscolare adeguato.
Lo stimolo con onde di intensità e frequenza diversa inoltre può regolare il tipo di contrazione del muscolo e quindi anche il tipo di fibra utilizzata, e può attivare un numero maggiore di unità motorie contemporaneamente.
Detto ciò è quindi possibile utilizzarlo anche per migliorare la forma fisica.

elettrostimolatore-migliore

Quindi le conclusioni non possono che essere: “Vado a comprare l’elettrostimoltore e smetto di fare quelle lunghe, noiose ed inutili sedute di allenamento!”
Purtroppo c’è un inghippo, ed il motto del tutto e subito che ci propina la società moderna, non funziona nemmeno qui.

Il corpo ha una memoria, e la memoria funziona a livello del SNC, senza il SNC il meccanismo si rompe, ma perchè dico questo?
Perchè l’effetto memoria funziona anche per la muscolatura.
Il corpo ha bisogno di schemi motori e condizionamenti che avvengono in primis nel SNC, poi solo successivamente nel SNP.
L’elettrostimolazione fuori dal contesto riabilitativo, funziona se viene affiancata all’allenamento tradizionale, come coadiuvante, ma non può sostituirlo.
Come nel contesto riabilitativo, l’elettrostimolatore affianca protocolli di recupero, anche nell’allenamento così deve essere.
Se da un lato il muscolo protegge l’articolazione, allo stesso modo l’articolazione deve supportare il muscolo ed essere robusta, e l’elettrostimolazione incrementa la massa muscolare senza che l’articolazione venga coinvolta.
Per evitare infortuni, è necessario che tutte le componenti dell’arto allenato vengano coinvolte: differentemente tutti i vantaggi che si hanno da un’attività regolare, come la prevenzione dell’osteoporosi e dei traumi viene a perdersi.
Nello sport agonistico viene utilizzato frequentemente per migliorare la performance sportiva, ma solo perchè è efficace in presenza di uno schema motorio già consolidato ed utile a usare quella percentuale di muscolo in più che l’allenamento non può fare.
Si pensi ad un allenamento di un sollevatore di pesi con una sessione di squat pesante, al termine a malapena potrà camminare, l’elettrostimolatore permette di spremere il muscolo quell’1% in più regolandone l’intensità.
Questo vuole essere solo un esempio ovviamente.
È imprescindibile la connessione corpo cervello per un allenamento profiquo e duraturo nel tempo, senza questa connessione, tutti i risultati, che nel caso dell’elettrostimolazione sono poco più che estetici, andranno persi in pochissimo tempo.
I toni miracolanti delle nuove attrezzature per elettrostimolazione vengono inoltre smentiti dalle presunte pubblicazioni scientifiche a sostegno, che, per chi sa leggere un articolo, per lo più non hanno nulla di scientifico e nella maggior parte dei casi dimostrano il contrario di quello che viene pubblicizzato.

In conclusione, l’elettrostimolazione rimane un valido strumento se affiancato a metodi tradizionali o in particolari condizioni fisiche, ma un allenamento proficuo necessita di una connessione cervello muscoli imprescindibile, e senza sacrifici non si raggiungono risultati.
Allenarsi 20 minuti a settimana può servire solo a sollevarci dal senso di colpa, affidandoci a persone che sanno come fare il loro lavoro, cioè vendere un prodotto indipendentemente che ci serva o meno, ed in ambito amatoriale non ha molto senso.

Buon allenamento a tutti

*SNC – Sistema Nervoso Centrale, formato dall’encefalo e dal midollo spinale, tutti i segnali nervosi partono da qui
**SNP – Sistema Nervoso Periferico, formato dai gangli, particolari neuroni recettori, e dai nervi, che veicolano il segnale a tutti i tessuti.


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